La Scuola di alta formazione giornalistica di AssisiLa Scuola di alta formazione giornalistica di Assisi

ASSISI Lo scenario incantevole della città di Assisi ha fatto da sfondo e ispirazione, dal 28 al 30 ottobre, alla scuola di alta formazione giornalistica “Giancarlo Zizola” dell’UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) che ogni anno vede la partecipazione di due giovani per ciascuna regione d’Italia. Il 2022 ha visto il ritorno dell’iniziativa, tornata in vita dopo gli anni della pandemia.

Decine i giovani accompagnati ad Assisi dai presidenti delle UCSI regionali, provenienti da esperienze diverse, dalla Radio Vaticana ai settimanali diocesani, alle tivù e alle radio locali, all’informazione via web e social. Una tre giorni intensa, a tratti commovente, segnata dal ricordo di David Sassoli, giornalista per una vita e poi Presidente del Parlamento Europeo, scomparso l’11 gennaio scorso a 65 anni. La figura e l’insegnamento di David Sassoli sono stati il punto di partenza della Scuola, venerdì 28 ottobre, nella Sala
Concordia del Comune di Assisi con il saluto della sindaca della città Stefania Proietti e gli interventi della
vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, di Marco Damilano e la testimonianza di Tommaso
Giuntella
.

Titolo della Scuola 2022, proseguita sabato 29 nella sede della Pro Civitate Christiana, “Aprire i nostri orizzonti”; una suggestione e una sfida raccontate da volti noti dell’editoria italiana, della carta stampata, della televisione e non solo, pronti a trasmettere conoscenza ed esperienza toccando temi complessi quali il futuro dell’Europa, la guerra, la crisi climatica.

Alessandro Banfi – giornalista, conduttore e autore di programmi televisivi (già al fianco di Enrico Mentana come vicedirettore del Tg5) ha esortato a “non sedersi sulla realtà”. La sua è stata una lezione ricca di consigli, un invito a svolgere la professione “andando a cercare la notizia consumando le scarpe”, senza “adagiarsi sulle fonti più comode e, spesso, meno attendibili”. Banfi ha chiuso il suo intervento con alcune istruzioni su come realizzare una newsletter e come approcciare le piattaforme digitali.

Non potevano mancare le questioni del giornalismo europeo negli scenari di guerra; ad affrontarli padre
Jurij Blazejevski, direttore della rivista Ucraina Skynia e poi le testimonianze sul campo degli inviati Rai Nico Piro e Giuseppe Lavenia.

Tanti i concetti, gli stimoli che in tre giorni hanno messo in moto le menti dei giovani, desiderosi di approcciarsi al meglio ad un mestiere complicato. Ed ecco le riflessioni su questioni concrete, legate alla difficoltà (a volte all’impossibilità) di fare del giornalismo la professione della vita, di entrare in una redazione, di resistere ai continui scoraggiamenti, di misurarsi con compensi di “qualche centesimo a riga”.

Si è parlato delle “correnti avverse” che possono spegnere il fuoco di una vocazione giornalistica ma si è
anche tentato di accendere qualche motivo speranza, individuando nuove possibili strade per esercitare la
professione sfruttando le opportunità del web ed esplorando nuovi modi di fare giornalismo.

Una via è quella di cercare nuovi linguaggi, come il “giornalismo costruttivo” tratteggiato dall’autrice e
giornalista Assunta Corbo come un modo per superare la ripetitività. “Bisogna puntare sullo slancio creativo – ha detto – proprio per non scrivere sempre le stesse cose e nello stesso modo”.

Domenica mattina il momento conclusivo con il presidente nazionale UCSI Vincenzo Varagona che ha coordinato il confronto tra i partecipanti rilanciando l’idea “di un laboratorio permanente che aiuti i giovani a trovare un futuro nella professione giornalistica”.

Eloisa Giannese

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